mercoledì 28 maggio 2008

RIVOGLIO LA MIA BOTTE!



Non piena o mezza piena, per ubriacarmi. Basterebbe per questo solo un fiasco di vino! Vivo in città e le botti si possono vedere invece, piene, mezze piene o vuote, solo in campagna. Dove non voglio proprio andare ! (“il topo di città ed il topo di campagna”). Io sono, come avrete già capito, un topo di città.
Cosa ne vorrei fare allora della botte ? .
Non prendo in considerazione (come Diogene) i bisogni materiali, ma - spingendomi oltre – quelli “culturali”.
Oggi i programmi TV non hanno più soluzione di continuità: di giorno, di sera, di notte. I canali (satellitari e normali) sono infiniti. Così per la radio. Non c’è giorno che non esca un nuovo libro, film o DVD. Gli editori, nelle varie forme, si contano a centinaia. Le edicole sono tempestate di carta stampata, periodica. In TV non c’è ospite che non presenti la sua nuova opera.. Perfino i calciatori pubblicano... quello che possono. Poi c’è il teatro e le tournée musicali. Resta altro da elencare ?
In poche parole tutti sono interessati ai nostri acquisti... più che alla nostre fruizioni effettive (es.: lettura dei libri). Anche noi, mi sembra, contribuiamo all’esplosione esponenziale di questo fenomeno “culturale” inflattivo, in quanto – solo acquistando l’opera – ci pare quasi di possederne già le effettive conoscenze. Una sorta di “cleptomania culturale”. Di questo passo svanisce completamente nel nulla il ritmo biologico della giornata e.... della vita. Non si riesce più a restare senza far proprio nulla (pensare).
Non così la pensava il grande Diogene che con l’esempio volle dimostrare che l’unico modo di conquistare la felicità era quello di rinunciare spontaneamente ad ogni bisogno”. Visse vita pittoresca, disordinata e poverissima (si racconta che vivesse in una botte).
Anch’io, talvolta, di fronte all’incalzare delle proposte di acquisto-acquisizione dei prodotti (compresi quelli più sopra definiti “culturali”), mi rifugerei volentieri in una botte... vuota.
Paolo R.
28.5.08

1 commento:

Serena da Paris ha detto...

Caro papà,
Come al solito un « pezzetto » pieno di buon senso saggezza, e per di più ben scritto!
Inizio a inserire i miei commenti qua e là: faccio da apripista, e spero che altri mi seguano, dandoti finalmente un po’ di soddisfazione.
Proprio oggi per l’appunto, desiderosa di staccare la spina, ho passato una giornata nella mia botte. A dire il vero più che con Diogene in questi casi mi identifico con un gatto. I gatti sono piuttosto indipendenti e talora sanno rifugiarsi nel loro proprio microcosmo.
Un abbraccio transalpino