venerdì 16 maggio 2008

COME VEDO CAMILLERI

Recensire un libro a 10-20 anni dalla sua prima pubblicazione mi è già capitato (Vedi “Soldi o acquasanta” di Pietro Galletto). E’ più un demerito che un merito, perchè si arriva troppo tardi rispetto a come si è abituati a vedere. Non pretendo di dire a nessuno di comprarlo-leggerlo. Siamo già infatti alla 36^ edizione de “La concessione del telefono” di Andrea Camilleri (Sellerio, Palermo). Perché allora questo intervento?

Presto detto: mi ero ripromesso poco fa di passare dalla saggistica alla narrativa (“letteratura”) ed ho mantenuto l’impegno. Per televisione, alla trasmissione domenicale “Per un pugno di libri” hanno presentato di recente proprio il pacioso Andrea Camilleri, che mi ha molto affascinato, incutendomi una certa dose di sicurezza. Peraltro, mi aspettavo un libro completamente diverso dal reale: una sorta di storia “amministrativo-burocratica”. Che mi avrebbe di più interessato. L’ho comunque scelto, soprattutto perché sono da sempre innamorato della sicilianità (Sciascia) e della sua cultura. Io, un veneto. Non se ne avrebbe ragione, a priori. La sicilianità che mi ricorda già la “scuola siciliana” del 1100 di Federico II. Mi pare una terra molto intensa e dai toni vivaci. Epperciò ho cominciato a mantenere la mia parola, proprio partendo da qui.

La mia non vuole e non può essere una vera e propria recensione, anche perchè sono al primo libro (dei tanti) di Andrea Camilleri. Mi dicono che questo è assai diverso da tutti gli altri ed è assai difficile. Innanzitutto è strutturato in una serie di lettere incrociate ed altre forme di espressione, nient’affatto vero e proprio romanzo. Ma gli scrittori di oggi, si sa, godono di maggiori gradi di libertà rispetto a quelli del passato. Vi ha molti personaggi, talvolta omonimi per creare maggiore suspance e solo a metà l’opera si manifesta per quella che intimamente è: un sostanziale giallo! Mi pare un prodotto di buona fantasia, e “la concessione del telefono” si rivela un puro pretesto sulla assai complicata complicata tramatura. Io non sono peraltro un amante del giallo, ma ho avuto fiducia di addentrarmici.
La struttura non è affatto piana come nel romanzo storico, ma io non ho - come vi dicevo – grande esperienza nella saggistica. Solo ora la sto abbracciando: il lavoro però certamente continuerà.



Paolo R.

16 maggio 2008

1 commento:

Maurizio ha detto...

Ottima iniziativa. Buon proseguimento nel tuo nuovo "lavoro".
Maurizio