giovedì 28 agosto 2008

QUOTA 500

Mi sto lentamente avvicinando a quota 500 accessi al mio blog. Ne sono contemporaneamente en-tusiasta e deluso. Entusiasta perché all’inizio del “gioco” mai mi sarei immaginato di raggiungere in così breve tempo un tale traguardo. Deluso perché la cifra è del tutto spuria e teorica. Deluso anche per la scarsità dei “commenti” inseriti dai lettori. Complessità del relativo meccanismo e pigrizia dei soggetti ne possono dare spiegazione. Eppure all’Autore sarebbero molto utili !
Spuria perché il meccanismo non mi ha mai convinto completamente, non essendo io mai stato in grado - malgrado i tentativi di acquisizione delle relative informazioni presso gli amici - di com-prenderne i principi del suo effettivo funzionamento. Teorica perché, ovviamente, può esprimere solo gli accessi “teorici” (=virtuali), come avviene per i libri “venduti” (non è detto che vengano tutti effettivamente letti)..
Auguriamoci che la tecnologia-blog si evolva ulteriormente e, con essa, anche la sensibilità dei “lettori”.


28.8.08


Paolo R.

lunedì 25 agosto 2008

LA GARZANTINA


Non feci le scuole “alte”, ma le più basse, finalizzate - per ovvie ragioni economiche - al pronto impiego. Eravamo allora ai primissimi anni ’60. Un giorno, in 3^ Avviamento commerciale (era di questo tipo la mia scuola, “Galileo Galilei” di Padova) venne a farci visita in classe il Preside, prof. Giuseppe Vantini (Bepi tega), per una sorta di definitivo congedo scolastico e conseguente augurio lavorativo. (I Presidi, ed anche lui quindi, erano allora Autorità molto rispettate (e pagate) ed incutevano un certo rispetto. Di oggi non voglio e non posso proprio parlarne).
Sapendo del nostro rischio di non (poter) più studiare, se ne preoccupava giustamente, cercando di porvi un qualche rimedio come poteva. Prese solennemente tra le mani un Vocabolario (o Dizionario....differenza ???) e ne scelse alcune parole, commentandole brevemente. Ci consigliò quindi vivamente di svolgere, per l’avvenire, un particolare esercizio: leggere una “voce” al giorno dal nostro Vocabolario.! Avremo potuto, secondo lui, sconfiggere per l’avvenire la nostra mastodontica ignoranza. Ma erano altri tempi. (Tutta la nostra vita non ci sarebbe naturalmente bastata a percorrere l’intero libro... e l’ignoranza sarebbe comunque rimasta). Anche se non gli detti subito retta, il suo intervento mi colpì vivamente.... non so in che direzione. Solo il prosiego degli anni, se non la mia particolare inclinazione ai vocabolari, ne avrebbe scatenato il reale effetto.

A dire il vero, già l’anno precedente avevo affrontato la spesa del Vocabolario Palazzi.... che, ri-rilegato (cioè rilegato, dopo 40 anni, una seconda volta dalle abili mani del “curatore di libri” prof. Ferdinando B), conservo tuttora con molta cura ed affetto. L’avevo acquistato, approfittando dello sconto librario, tramite l’amico Angelo, addetto in una locale Casa editrice e, così, la spesa era divenuta più sostenibile per un povero studentello come me. Avevo, da subito, iniziato a consultarlo, ma non con il metodo “Vantini”. (una voce al giorno), bensì stimolato dai miei poliedrici interessi.

Dopo qualche mese, al mio primo impiego (dic. 1962), con grosso e del tutto inatteso scoop esce la prima Garzantina generale (“ENCICLOPEDIA GARZANTI”, 2 volumetti). Il prezzo: 2.500 lire. Con uno dei miei primi,magri stipendi, la comprai senza alcuna esitazione in Gregoriana (Via Vescovado) dall’amico Giovanni (pace all’anima sua), senza ricorrere, stavolta (non so proprio perché) all’amico Angelo. Mi ero innamorato dell’Opera e ne sono sempre rimasto fedele. Anche oggi, pur potendo disporre di molti vocabolari e di altre Enciclopedie di maggior respiro.

Sono molto affezionato alla Garzantina (“ri-rilegata”). Conserva anche oggi, del tutto intatto, il valore della sua profonda intuizione e la sua grande validità e vi ricorro, quale conferma, ANCHE quando trovo esaustive e più aggiornate risposte nelle opere enciclopediche principali.

Uno sconfinato grazie al benemerito editore Livio Garzanti, che - con intuito ed intelligenza – ha saputo egregiamente toccare brillantissime tappe nella cultura italiana del secolo appena trascorso.



Paolo R.

17.8.08

lunedì 18 agosto 2008

29 LUGLIO: UNA CAPATINA A PREDAPPIO


“Capatina” è certamente minore di “visita”. E con questo scopo siamo andati a Predappio, con la macchina di Albertone C., curiosi, nella ricorrenza della nascita di Mussolini. Ci aspettavamo di trovare un maggior numero di visitatori, ma siamo rimasti del tutto delusi.

Solo due cose ci hanno fatto un po’ sorridere. Primo. Sosta al motel di Sillaro (tra Imola e Bologna): una testa tonda del tutto rasata, con rigorosa maglietta nera, ci ha chiesto, con decisione (fascista) la direzione di Faenza. Sorridendo, appunto, ci siamo detti con l’Albertone autista, che certamente l’avremo ritrovato a Predappio. E così, dopo 2 ore è stato! Come si poteva non riconoscere quel macchinone carrozzato, SUV, anche esso di colore lucente NERO ?

Secondo: sul cancello d’ingresso del cimitero di Mussolini (S. Cassiano in Pennino) per poco non ci sbarra la strada un giovane con, anche lui, maglietta nera. Solo che sul retro era chiaramente stampato il nome di “Mussolini”. Anche qui un controllato sorrisetto tra me e l’Albertone. Non avevamo affatto paura, ma eravamo un po’ circospetti: non si sa mai, in quelle circostanze, dove si va a parare.

Al cimitero abbiamo trovato solo ALCUNI visitatori, specie nella cripta della famiglia Mussolini. Credo che sia ancora la persona più odiata della storia italiana, ma anche la persona che desta una delle maggiori curiosità. Fuori dal cimitero una pattuglia di carabinieri ed alcune persone che, terminata la visita funebre di rito, si cambiavano dalla maglietta nera (fa sudare) a quella bianca (respinge meglio i raggi del sole).

Si sa, nei viaggi si scopre sempre qualcosa di nuovo. Così io, dalle macchine della zona, ho scoperto la nuova denominazione della “Provincia” territoriale: “FC” (= Forlì – Cesena). Albertone lo sapeva già da anni. Ma io, per certi motivi, non mi avventuro quasi mai in autostrada. Analogamente, pur se in tempi e dimensioni diverse, mi sono venuti in mente i “Viaggi” di Goethe e di Guido Piovene “in Italia”.

Credo, su quest’ultima onda, che - in viaggio – sia abbastanza facile scrivere tutto quello che colpisce l’attenzione, perché diverso dall’abitudinario. Scrivere sulla soglia di casa, mi sembra un po’ più impegnativo.


Paolo R.


17.8.08

IL LUNGO PERCORSO



Ho effettivamente mantenuto la parola (“Todo Modo”) abbandonando la saggistica dopo 45 anni. Non sono però approdato immediatamente alla narrativa, come auspicato, ma ho fatto tappa (intermedia) sul cinema. Non quello televisivo (film automaticamente proposti; interruzioni pubblicitarie troppo frequenti; orario tassativo; ecc.), non su quello delle sale (prevalenti le novità), ma su quello noleggiato (VHS-DVD) nelle apposite videoteche. Per il vero e proprio libro, ne intravvedo però già da ora un cammino di progressivo avvicinamento.

Voglio ora svolgere qui solo una considerazione (Rapporto libro-cinema), riservandomi ulteriore materia per il prossimo parallelo intervento. E’ indubbio che, pur se con molti punti in comune, si tratti indubbiamente di due generi differenti anche se, parzialmente (soprattutto in un senso), comunicanti. Mi pare sia il libro ad avere, nella “competizione”, la vera primogenitura: quanti films sono stati tratti dai romanzi? (Non risulta il viceversa, anche se qualche rara volta ci sono bei film scritti DIRETTAMENTE in sceneggiatura. “Novecento” ed “Amarcord”, ad esempio). Tra parentesi, nella storia della Cultura è sempre stato lo scrittore che ha ispirato tutte le altre specie di artisti (pittori, ecc. Un esempio per tutti: la Bibbia nei confronti del Michelangelo della Cappella Sistina). A loro volta, gli scrittori si sono molte volte ispirati ai testi dei filosofi. Ed il cerchio è chiuso !)

Dicevamo, due generi diversi ma comunicanti. Differenti solo nei mezzi espressivi, negli strumenti e conseguentemente nei loro prodotti finali. Un film, per quanto “piano” e fedele, non può essere mai essere l’esatta trasposizione della sua eventuale fonte letteraria originaria. Pensiamo solo agli effetti speciali, alla fotografia ed alla musica (colonne sonore). Si evidenzia a quest’ultimo riguardo, specie di recente, una certa difficoltà a reperire musicisti all’altezza, che sappiano opportunamente “penetrare” nei films, fornendo sensazioni musicali non di puro e semplice riempimento temporale (silenzi), ma di attesa, di anticipazione, di sottolineatura o, altre volte, di sorpresa, ecc. nei confronti dell’aspetto visivo. Ennio Morricone, Nino Rota per tutti. Ma non sono tanti e, mi pare, comincino a scarseggiare.
Per riprendere quanto qualche riga prima accennato, il regista non è affatto il parente povero dell’Autore dell’opera letteraria, ma è anch’egli un vero e proprio Artista, al quale deve essere concessa e riconosciuta la più ampia autonomia e nonm può essere la sua Opera, come si diceva più sopra, una mera trasposizione..

I film ed i libri, si diceva precedentemente in altra sede, dovrebbero essere visti o letti, nel tempo, almeno due volte. La prima serve solo per penetrare nella tramatura generale, anche se oggi in questa ricerca siamo notevolmente facilitati dalla consultazione di Internet. La volta successiva per cogliere meglio i particolari. Non ha importanza vedere-leggere molte opere, ma vederle-leggerle BENE.

Mi siano permesse ora alcune considerazioni conclusive. Mi capita assai spesso, dopo aver “consultato” una BELLA Opera, di essere profondamente pervaso da una sensazione di profonda emozione (gioia, contentezza od altro) e di completo appagamento, quasi l’esperienza non fosse più ripetibile nel prosiego. Ma non sarà così. Avanti.
Va dà se che nel caso di comune fonte ispirativa (libro-film), la scelta del primo mezzo peserà assai sul giudizio del secondo mezzo prescelto.
La Cultura è come il lavoro di un muratore: le pietre vanno su una per una. Mai finiremo di costruire il muro.


Paolo R.