sabato 17 maggio 2008

LA TECNICA NON CI E’ SEMPRE AMICA

Il mio amico Sergio C., incrociatolo in bicicletta stamattina in Via Zabarella, mi ha un po’ (bonariamente) rimproverato sul mio modo di scrivere sostanzialmente di getto. Non come le “sudate carte” alla Leopardi, ma con uno stile – mi diceva – che talvolta meriterebbe una più attenta rivisitazione.
In premessa, gli sono da molti lustri fortemente debitore, per avermi lui adeguatamente (e gratuitamente) preparato all’esame di matematica generale. Ma me ne sono (parzialmente) sdebitato dedicandogli 10 anni fa due “pezzetti” (“Studia scienziato”; “Sergio C.”) della mia prima raccolta di scrittarelli. Mi sono trovato con lui in “dissidio” anche sull’opportunità-utilità-inutilità dell’uso dello scanner in una mia recente rielaborazione storica.. Faccio al riguardo rinvio al primo “flash” di questa raccolta, che ne descrive dettagliatamente gli aspetti tecnico-procedurali.
Forse siamo, in fondo, tutti e due due brave persone, con tutti i limiti annessi e connessi, compreso quello di difendere a spada tratta i propri convincimenti.
Ciò premesso, credo che anche se Giacomo Leopardi sappia egregiamente scrivere (specie in poesia), non tutti si sentano in dovere di trarre da lui ispirazione. I modi di scrivere sono tanti e poi tanti e non è detto che quello di Giacomo Leopardi sia il migliore in assoluto.
Già, Leopardi ! Sempre Leopardi ! Ultimamente mi è venuto una specie di cruccio al riguardo. Bazzicavano per la casa i suoi “Canti”. Quello che sempre più mi è piaciuto è stato ed è “Il sabato del villaggio”, perché facile, descrittivo e chiaro.
Parlandone a caso con un’amica, questa mi suggerì che da Feltrinelli vendevano un CD dei “Canti” stessi. Lo comprai immediatamente. Ma a tanti di quei canti gli volevo così bene che avevo deciso di passare oltre, realizzando, in proprio, per avere di più, addirittura un DVD con la collaborazione dell’amico Maurizio. Costasse quel che costasse. Facemmo però quello che potevamo. Siamo inizialmente ricorsi , timidamente, al programma “power point”, ma con scarsi risultati, nonostante la mia forte spinta iniziale. Volevamo ottenere anche la più perfetta sincronizzazione, cioè lo scorrimento in simultanea voce-testo(video). In buona sostanza, a video si sarebbe potuto (con difficoltà) riprodurre semplicemente le parole del testo. Se poi si fosse voluto riprodurre, sempre a video, anche immagini attinenti (es: il colle dell’Infinito), la cosa si sarebbe complicata sia sotto l’aspetto della ricerca delle immagini stesse, sia sotto quello del loro “collage”. Ci si sarebbe dovuti rivolgere ad uno Studio debitamente attrezzato. Idem per l’eventuale musica in sottofondo.
Avendo analizzato con calma il problema generale, scartai perciò - pur a malincuore - il progetto su Leopardi.
La cosa era sostanzialmente chiusa. In fondo avevo il CD ed il relativo libro di testo.
Ma una bella mattina, trovo in piazza, Nicola, regista teatrale in erba, che conosco da oltre 30 anni. Parlando del più e del meno (era un bel pezzo che non lo vedevo), all’improvviso gli parlo del mio “progetto” sul DVD. “Ma io ho già un DVD di Carmelo Bene che recita i Canti di Leopardi!”, mi risponde. Sul DVD stesso si vede, appunto, semplicemente Carmelo Bene che ne recita i versi. Prima trovo il CD ed ora trovo anche il DVD, semplicemente parlando. Per farla breve, me lo presta e così mi ci butto a capo fitto. Peccato che, non potendo distogliere neanche un secondo gli occhi dal testo scritto, il DVD si trasformi, alla fine, in un semplice CD.

Dice mia figlia da Parigi che Giacomo Leopardi ha semplicemente scritto per essere letto e non per essere “visto”.
Non sempre, mi pare poter dire, l’evoluzione della tecnica segue pari pari il primigerio pensiero dell’Autore.

Paolo R.

15 maggio 2008

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