venerdì 26 settembre 2008

ALLA SCUOLA SOLO LE BRICIOLE


Giusto solo ieri mattina, in Via Altinate mi sono imbattuto in una giovane signora, elegantemente vestita, in bicicletta. Mi ha colpito perché, in sosta sul marciapiede, stava tranquillamente conver-sando al cellulare ed ho sentito perfettamente: “Quest’anno al ragazzo abbiamo comprato solo libri usati!”. La frase, che mi ha assai colpito data la ricercatezza nell’abbigliamento della medesima signora, merita certamente qualche estemporaneo commento.

PRIMO: i testi scolastici, è vero, risultano piuttosto onerosi per la generalità delle famiglie, in parallelo allo spinto allargamento dei livelli di scolarizzazione. La scuola è infatti vista soprattutto quale unico veicolo di promozione socio-economica, più che mezzo di acculturazione. Ma, se ne vedrà più in là nel tempo, non sempre la realtà futura seguirà di pari passo. Forse invece in molti casi sarebbe preferibile (e più vantaggioso anche economica-mente) un più pronto inserimento lavorativo.

SECONDO: la classe politica, in forma strisciante (larvata e subdola) ha adottato una politica di scolarizzazione di massa fino ai gradi universitari (lauree brevi e specialistiche). Il VERO scopo risulta assai recondito ! Non vorrei che si trattasse di un mero palliativo, con la sola conseguenza di spostare i problemi 5-10 anni in avanti (ad ALTRA classe politica ?)

Ciò premesso torniamo ancora, per concludere, alla ciclista di Via Altinate. Non mi è sembrato, per i motivi che ho detto più sopra che il suo (apparente) status di borghese avesse, da solo, impedito l’acquisto di libri NUOVI di zecca. La apparente contraddizione deve perciò essere meglio sviscerata. Ai miei tempi solo pochissimi ragazzi ricorrevano ai libri usati: non era di moda. Oggi, pur in presenza di un certamente maggiore benessere (a parte le crisi contingenti) l’acquisto del libro usato sembra prendere prepotentemente piede.

Oggi persino alcune librerie si sono specializzate nel libro usato. Ma il relativo commercio viene, si badi bene, a monte alimentato da chi i libri glie li cede, solo per recuperare cifre irrisorie (15-20% del prezzo di copertina). E’ – si badi bene – anche questo un indice di grave disaffezione al libro. Una volta se li conservava, in sancta sanctorum, anche per decenni. ORA li si cede non appena possibile.

Si è, in altri termini, rinunciato a credere nel valore complessivamente formativo della Scuola, delegando questa delicata e strategica funzione alla TV, ai video-giochi, ai telefonini, ecc. Con la naturale conseguenza di avere tanti dottori e poca domanda corispondente.


Paolo R,

26.9.08

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