mercoledì 28 gennaio 2009

ANDARE A FOSSOLI-CARPI




In questi giorni dedicati alla celebrazione della Memoria (soprattutto della Shoah), abbiamo fatto un pellegrinaggio a Fossoli (Carpi) in provincia di Modena con un gruppo di circa 40 persone, organizzato dal Consiglio di Quartiere 3 Est di Padova. Per vedere i campi di concentramento nazisti non occorre proprio andare necessariamente all’estero (Germania, Austria, Polonia), ma ci si può recare a Trieste (San Sabba), a Bolzano-Gries od a Fossoli di Carpi (Modena). Noi abbiamo scelto quest’ultimo sito, anche perché nel comune capoluogo (Carpi), distante solo 6 km. dalll’ex campo di Fossoli, c’è un originalissimo e bellissimo Museo del deportato di cui vi parlerò alla prossima puntata.
Non vi voglio affatto raccontare cosa sia un campo di concentramento in generale, perché non rientra nell’oggetto dei miei interventi. Voglio invece parlare brevemente di quei “Centri di raccolta” (forzati), prendendo lo spunto proprio dalla vicina Fossoli, in quanto nel tempo il campo si è egregiamente prestato a successive varie utilizzazioni. Un esempio piuttosto unico nella storia concentrazionaria europea, come si vedrà tra breve.

Individuata da parte del Genio Militare di Bologna un’area pianeggiante e piuttosto disabitata a Fossoli, vi si dette vita alla costruzione del PG 73 per militari inglesi, americani e neozelandesi catturati dal maggio 1942 nelle campagne dell’Africa settentrionale. Dopo l’8 settembre 1943, il campo venne immediatamente circondato dalle truppe tedesche e tutti i prigionieri trasferiti.
Pochi mesi dopo, fino al 15 marzo 1944, la Rsi, lo trasformò in Campo di raccolta speciale per gli ebrei provenienti dai campi provinciali (Teolo per Padova), in attesa di essere “instradati” per i lager di sterminio. Da Fossoli partirono poi 8 convogli ferroviari (di cui 5 per Auschwitz: Primo Levi) per i campi di sterminio della Germania. Dal gennaio 1944 oltre agli ebrei vi saranno internati anche oppositori politici. In tutto si stima che vi siano transiti 5 mila deportati, di cui metà ebrei. Negli ultimi mesi del ’44 il Campo diviene Centro di raccolta per la manodopera coatta da inviare in Germania: oppositori politici e persone rastrellate.Dalla fine della guerra al maggio 1947 Fossoli si trasforma in Centro di raccolta per prigionieri, profughi, collaboratori del passato regime fascista ed anche ebrei superstiti e reduci dai lager in attesa del rimpatrio.

Lunga e ramificata storia quindi quella del Campo di Fossoli, evidenziante - per quanto ne possa pensare il sottoscritto – che gli Stati si sono sempre venuti a trovare, purtroppo, nella necessità di “provvedere” a concentrare in luoghi ristretti un’enormità di persone.(Lampedusa in questi mesi). Ma qui per ora andremo fuori tema.

Riprendendo l’argomento in oggetto, la storia di Fossoli sarà destinata a continuare con altre due “scelte obbligate”, come si dirà subito. Il 19 maggio 1947 il sito è occupato dalla comunità di don Zeno Saltini (Opera dei Piccoli Apostoli) per bambini abbandonati ed orfani di guerra. L’Opera farà molto, ma anche molto discutere, per i principi cristiano-sociali cui si ispira. Successivamente sarà obbligata a trasferirsi in Maremma, a Grosseto (Nomadelfia: vedi su Internet). Ma il sito di Fossoli può ancora servire a qualcosa. Diventa infatti, dal 1954 al 1970, il Villaggio San Marco che accoglie alcune migliaia di profughi italiani cacciati, dopo la guerra, dal regime jugoslavo.

Ora è stato parzialmente recuperato dal Comune di Carpi che lo gestisce, congiuntamente al vicino Museo del Deportato, attraverso un’apposita benemerita Fondazione locale. Ve ne consiglio un’accurata visita.


Paolo R. (rampaolo1947@libero.it)

28.1.2009

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