mercoledì 4 giugno 2008

"E PASTE.. E PASTE!"

Le tre sorelle Ferraretto, signorine, probabilmente già nate vecchie, con i capelli a riccioli bianchi, abitavano - me ne ricordo ora bene - in Via Raggio di Sole, di fronte alla Corte, dietro dove ora c'è il Monumento alle Vittime del bombardamento. La loro casa aveva un mini portico longitudinale anteriore. Le imposte erano a persiana, a stecche color marron, stile Case Popolari come tutte le casette che, in fila indiana, a nave, erano nella corrispondente Via Nicolò Orsini.
Che bravo! Me ne è venuto in mente ora, mettendole (le sorelle) più a fuoco.
Andando a zonzo in piazza scoprii, più tardi, il loro negozietto di rammendo e stireria, prima più piccolo, poi un po' più grande, in Via Cesare Battisti, press' a poco sotto la futura sede del MSI. La Ina, la Ita e la Tina in negozio portavano sempre un grembiule bianco ed erano al tavolino o al ferro da stiro. Le osservavo lavorare, da fuori, ma loro non si accorgevano di me. Erano sempre prese dalle loro pezze bianche.

Avevano una particolare simpatia per me, pal baeoton, e mi facevano mille complimenti, sia direttamente che per interposta persona (i genitori). Mi avranno fatto per questo qualche regaluccio, ma chi se ne ricorda più?!
Più volte poi avevano manifestato il desiderio di venire a trovare i picoi (eravamo cinque fratelli) a casa. Dopo tante promesse, dissero che sarebbero venute per la tal sera. Chissà perché, ma tutto mi diceva che avrebbero portato le PASTE.
Le paste allora erano una grande GIOIA. Erano la quintessenza della festa. Non c'era vera festa senza le paste e non c'erano paste fuori dalle feste. Figurarsi la gioia!

Non le avevo mangiate da chissà quanto tempo di sicuro. La visita delle sorelle Ferraretto avrebbe così colmato quella profonda mancanza. Vennero finalmente, le care sorelle, con un bel cartoccio piatto color rosa chiuso a croce. Erano sicuramente PASTE. L'involucro non poteva ingannare. Non ne avevo alcun dubbio.

Saluti, convenevoli, si arriva al dunque; io intanto non sapevo trattenere l'esplosione "e paste, e paste!" Ero pronto a scommetterci la vita. Sciolgono, sfilano, scartano ed ecco dei VOLGARI biscotti "Osvego", quelli che potevo mangiare tutti i giorni. Non aprii più bocca e loro ci rimasero di sasso.
L'incantesimo Ferraretto era stato irrimediabilmente compromesso.

Non ricordo se mangiai quei deludenti biscotti; le Paste certamente NO. Quel che è certo è che per le signorine non fui più "el baeoton" e di venirci a trovare persero definitivamente la voglia.


27/10/97

2 commenti:

Serena da Paris ha detto...

Bellissimo papà questo tuo scritto !

Avvincente, ben scritto, ironico....

Perché non metti nel blog una tua foto da bambino? La mia preferita é quella di quando, a circa un anno di età, te ne stai seduto sorridente e paffutino di fianco allo zio Lino

Aspetto le foto!

linter ha detto...

...oh, pensa che stava per venire voglia anche a me di PASTE.... e alla fine dei semplici biscotti!!!! devi esserci rimasto molto male?!?!?!?
è così che si impara ad apprezzare anche le cose più semplici.

ciauuuuuuuu