martedì 7 ottobre 2008

LA FEBBRE DEI FARMACI



Non ho la febbre, ma forse sta per venirmi come ogni volta che vado al Supermercato. Lì hanno un bel da fare per mascherare il continuo aumento dei prezzi. Appositamente predispongono allettanti gigantografie: “Noi abbassiamo i prezzi”. E’ solo scritto, ma non applicato. In realtà i prezzi vanno all’insù in mille modi. Tra cui la riduzione delle confezioni.
Non ho la febbre del sabato sera di John Travolta, perché me ne resto cheto cheto a casa mia da sempre. Non ho visto il film “La febbre dell’oro” del 1925 (C. Chaplin) perché non ero ancora nato.

Ma, anche se non ce l’ho, la febbre mi viene ogni volta che vado in farmacia. Anzi, mi viene molta rabbia-delusione a leggere quei cartelli fuorvianti: “Abbassiamo la febbre dei farmaci con i prodotti equivalenti”. Lì per lì, avrei un po’ di fiducia, ma la febbre mi viene poi, scoprendo che con le scadenze dei brevetti registrati (liberalizzazioni), il prezzo dei farmaci diminuisce di soli pochi centesimi alla confezione. Dunque quei cartelli sono un vero e proprio "imbroglio", perché fanno (inutilmente) sperare in diminuzioni più sostanziose. Con buona pace delle varie lobbies.
Ultime osservazioni: 1) Oggi in farmacia si va con la borsa della spesa; ciò significa che il consumo farmacologico è aumentato esponenzialmwnte. Perché? 2) Moltissimi medicinali finiscono nella pattumiera posta davanti alle farmacie: a quando le quantità monouso, tante volte promesse (leggi ancora: lobbies) ? 3) Ancora. Che senso ha avere a disposizione il bancomat proprio in farmacia ? 4) I farmacisti sono sempre più chiamati a fare gli impiegati-ragionieri (libretti, ricevute fiscali, detrazioni, ecc) e sempre meno i "farmacologici". Ho l'impressione, come dicevo moltissimi anni fa, che non si tratti più di "farma - cisti", ma di "commessi laureati".


Paolo R.


7.10.08

Nessun commento: